Brexit EU effetto domino ?

Brexit EU effetto domino ?

Brexit EU futuro Unione Europea

BREXIT EU : DALL’INGRESSO DEL REGNO UNITO NELL’UNIONE EUROPEA ALLA BREXIT. EFFETTO DOMINO. QUALE FUTURO PER L’UNIONE EUROPEA ?

Autore: Giulia Turchetti
Novembre 2017

La “Brexit” costituisce un evento spartiacque di importanza fondamentale nella storia contemporanea, destinato a cambiare le sorti degli Stati Membri dell’Unione Europea e non solo.

Il termine è un neologismo che deriva dall’inglese, e vuole indicare l’uscita (=exit) della Gran Bretagna (=Britain) dall’unione economica e politica istituita dopo la Seconda Guerra Mondiale, che ha garantito pace, stabilità e prosperità da oltre mezzo secolo a molte generazioni. Infatti l’Unione Europea, il cui nome venne stabilito nel 1993 con il Trattato di Maastricht all’insegna di un’unione più forte e stretta dei popoli europei, non è una semplice consociazione di 28 Paesi (tra cui ad esempio Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia), in quanto garantisce libertà fondamentali, ad esempio quella sancita dal Trattato di Schengen per cui i cittadini europei possono liberamente circolare da un Paese all’altro; si impegna nella protezione dei diritti umani quali dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza e Stato di diritto, conformemente a quanto stabilito dal Trattato di Lisbona nel 2009; e le è stato riconosciuto il premio Nobel per la Pace nel 2012 per essersi fatta promotrice di importanti diritti, tra i quali riconciliazione, democrazia e diritti umani in Europa.

Storicamente l’ingresso nella Comunità economica europea (CEE) da parte della Gran Bretagna risale al 1973 e fu la sua fortuna, poiché all’epoca godeva di un prodotto interno lordo (PIL) al di sotto della media europea.

Eppure il risultato del Referendum tenutosi il 23 giugno 2016 in Gran Bretagna ha espresso la volontà di una chiusura definitiva verso un’istituzione mai troppo amata dalla stessa, e ciò si evince anche dalla mancata adesione all’Euro da parte del Paese. Secondo gli Euroscettici britannici, l’uscita dall’Unione Europea permetterebbe all’Isola un controllo migliore sull’immigrazione, e soprattutto di essere liberi dalle burocrazie e imposizioni europee.

Naturalmente la prima conseguenza della Brexit sono state le dimissioni dell’ormai ex premier Cameron, l’allora leader del Partito Conservatore che aveva tentato fino all’ultimo di convincere gli elettori a votare per il Remain (coloro che volevano restare entro i confini dell’UE).

La Gran Bretagna è uno Stato importante in Europa e, d’altro canto, far parte dell’UE ha permesso alla stessa di non rimanere isolata rispetto a decisioni importanti in materia di economia e geopolitica.
Ma alla luce della vittoria del Leave (coloro che non volevano restare all’interno del’UE) con il 51,9% di voti è cambiata radicalmente questa situazione.
Le popolazioni di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord saranno da considerare, a uscita dall’UE ratificata, extra-comunitarie, senza contare alcuni malumori cui il Nuovo Governo si trova a far fronte.

È una decisione che è stata presa nel Regno Unito, ma che frammenta la popolazione stessa del Paese, e che riguarda anche tutti i cittadini dell’Unione Europea.

A questo punto non sarà più tanto facile per i giovani italiani andare a lavorare in Gran Bretagna anche solo per imparare l’inglese. Porre fine alla libertà di movimento degli immigrati dai Paesi dell’Unione Europea in cerca di lavoro, salvo essi siano in possesso di particolari qualifiche, è la condizione che pone il governo britannico, scegliendo la tattica del “Cherry picking”, ovvero sfruttare soltanto il meglio di quello che l’UE può offrire al Regno Unito.

E inoltre verranno limitati i ricongiungimenti familiari dopo che sarà completato (29 marzo 2019) il processo di uscita di Londra dall’UE. Il Paese intende riacquisire piena sovranità a tutti gli effetti sul controllo dei suoi confini. Le sorti cambieranno anche per chi, in veste di turista proveniente dall’UE, andrà a soggiornare per un breve periodo nel Regno Unito: non sarà più sufficiente la carta d’identità, ma sarà necessario il passaporto.

Tuttavia ormai a più di un anno dal Referendum, indetto da Cameron con lo scopo di riaffermare la permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea e che ha portato ad esiti del tutto inaspettati, le sorti della Gran Bretagna restano ancora incerte e da definire. L’uscita del Regno Unito dell’UE dovrebbe formalmente avvenire a Marzo 2019, eppure prima di allora sono ancora moltissimi i punti di resistenza da risolvere. Uno di questi riguarda infatti il conto che il Regno Unito dovrà saldare nei confronti dell’Unione Europea. La cifra ammonta tra i 60 e 100 miliardi di euro. La Premier britannica Theresa May, eletta dopo le dimissioni di Cameron, chiede a tale scopo un periodo di transizione post-Brexit per poter onorare gli impegni economici nei confronti dell’Europa.

Tuttavia le contraddizioni di Theresa May lasciano trapelare segni di incertezza non solo per il futuro della Gran Bretagna ma anche per il futuro della Premier stessa. Infatti sempre più sono le critiche che le vengono mosse per contestarla e rimuoverla.

Sebbene molti sostengano che l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea non rappresenti la fine dell’Unione stessa, si assiste sempre di più ad un vero e proprio effetto domino in tanti altri Paesi, che rischia di segnare un destino ineluttabile per l’UE. Gli euroscettici d’Europa quindi si uniscono, e tra i Paesi che hanno reclamato un Referendum emulando il fenomeno Brexit, vanno ricordati la Francia con il sostegno di Marine Le Pen al Front National per la Frexit (uscita della Francia), la Germania con Beatrix von Storch, presidente del Partito AfD (Alternativa per la Germania) per l’uscita della Germania, l’Olanda con Wilders in sostegno di una Nexit (uscita dei Paesi Bassi). Questa situazione costituisce un vero e proprio campanello d’allarme, soprattutto perché il voto dei britannici a favore dell’uscita del Regno Unito dall’UE è l’evento storico più importante a cui il continente europeo abbia mai assistito dalla caduta del muro di Berlino.

Per come oggi appare, la vicenda presenta un duplice significato: da un lato, è certamente una manifestazione di libertà di un popolo che rivendica il proprio diritto a decidere per sé; dall’altro, la crescita dei nazionalisti euroscettici costituisce una minaccia di cui l’Europa dovrà tenere conto per il futuro.

FONTI ARTICOLO: “Brexit EU effetto domino ?”

- europa.eu/european-union/about-eu/eu-in-brief
- europarltv.europa.eu/it/programme/eu-affairs/uk-referendum
- repubblica.it/plus/articoli/news/eur repubblica.it/economia/brexit_il_guardian_londra
- esteri/brexit-effetto-domino-i-paesi-che-vorrebbero-il-referendum/