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Le foreste: una preziosa fonte di cibo a rischio

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LE FORESTE: UNA PREZIOSA FONTE DI CIBO A RISCHIO

Aprile 2016
Autrice: Ilaria Giunti

Secondo le più recenti ricerche del WWF, le foreste hanno un ruolo fondamentale per la nostra alimentazione e la biodiversità: infatti 1 milione di persone riescono a trarne risorse e cibo e la biodiversità viene custodita per circa l’80% dalle foreste. Le foreste hanno anche una grande rappresentazione a livello planetario: infatti il Pianeta è coperto circa al 30% da foreste sebbene da inizio millennio se ne sono persi circa 150 milioni di ettari; questo dato non deve preoccuparci, poiché, se da inizi anni Novanta al 1999 se ne sono persi soltanto 16 milioni di ettari l’anno, dal 2000 abbiamo perso soltanto 13 milioni di ettari l’anno, dunque questi dati ci riportano un calo significativo che potrebbe essere una buona nota di speranza per tutto il nostro Pianeta.

SU COSA INCIDE LA DEFORESTAZIONE ?

Alcuni dei fattori più colpiti dalla deforestazione la stabilizzazione del suolo e il suo arricchimento, la conservazione delle materie prime, un clima globale più regolato, la sicurezza in ambito salutare e alimentare.

UN PANORAMA PIU’ VARIO

Sebbene i dati riguardo alla deforestazione stiano subendo un calo, questi rimangono allarmanti. Numerosi Governi si stanno attivando per pianificare e mettere in atto diversi progetti di riforestazione soprattutto in Asia, per esempio in Cina, India e Vietnam, dove l’area forestale viene amplificata di circa 4 milioni di ettari l’anno, con dunque un incremento medio della superficie forestale di circa 2,2 milioni di ettari l’anno in tutto il continente. D’altra parte, nei Paesi del Sud America e dell’ Africa come Brasile, Tanzania, Nigeria, Birmania, Bolivia e Venezuela si sono registrati i più alti tassi di deforestazione.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Altra storia è quella italiana, infatti dal 2005 al giorno d’oggi, secondo i dati forniti dal Ministero dell’Ambiente, abbiamo avuto un aumento della superficie forestale di 600 mila ettari. Questo aumento ha interessato soprattutto le zone del Centro e Sud Italia, tra cui Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria, Calabria e Basilicata. Nel periodo decennale 2005-2015 si è notato grazie a foto trasmesse dai satelliti un progressivo aumento della superficie forestale sebbene con un ritmo inferiore ai passati decenni.

RIFORESTAZIONE: COLLABORATORE PREZIOSO CONTRO I CAMBIAMENTI CLIMATICI

Molti Paesi stanno attuando progetti di riforestazione per lottare contro le conseguenze dei cambiamenti climatici, come desertificazione e siccità. Infatti le Foreste rivestono un ruolo chiave per la mitigazione del clima dato che riescono ad assorbire anidride carbonica e sono tra le priorità nel piano di obblighi imposti dalle politiche sull’ambiente a livello internazionale.

LA GRANDE MURAGLIA VERDE

Questo progetto, nato nel 1978, è il più grande programma di riforestazione a livello mondiale; “La Grande Muraglia Verde” ha come scopo l’arginamento delle conseguenze date dalla deforestazione feroce attuata dalla Cina negli ultimi decenni. Secondo gli ultimi dati Greenpeace, di tutte le originarie foreste cinesi, solo il 2% è rimasto intatto, oltre un quarto del territorio cinese è coperto da sabbia e la desertificazione sta continuando ad avanzare a ritmi serrati. Arginare questa desertificazione, è proprio questo l’obiettivo del progetto “La Grande Muraglia Verde”.

Questo progetto è stato definito da molti un “ecological mismatch”, cioè un errato abbinamento ecologico, dato che si sono scelti per la riforestazione degli alberi d’alto fusto e dunque, per raggiungere l’obiettivo del progetto, circa 3 anni fa la Banca Mondiale aveva concesso alla Cina un prestito da 80 milioni di dollari in modo da piantare flora al posto di alberi d’alto fusto, dato che questa scelta inizia di riforestare una foresta con alberi d’alto fusto si sta rivelando controproducente; infatti questi alberi non hanno successo nel territorio cinese che è arido.

ALTRE INFORMAZIONI

- Wikipedia: Deforestazione
- Nazioni Unite: articolo FAO
- WWF: articolo
- FAO: leggero miglioramento rispetto al passato nella gestione delle foreste

Europa ed Immigrazione

Immigrazione: La sfida per l’Europa

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LA SFIDA EUROPEA E GLOBALE IN TEMA DI IMMIGRAZIONE

Autrice: Elisa Mariani
Settembre 2016

Croce e delizia del nostro secolo, il fenomeno dell’immigrazione continua ad essere al centro della scena a e a sollevare questioni rilevanti. Rimane infatti un punto interrogativo sui benefici e sulle problematiche apportati dai flussi migratori.

Secondo i dati EUROSTAT di gennaio 2014, nell’Unione Europea i residenti stranieri sarebbero 20,4 milioni, presenti soprattutto in Germania, Italia, Spagna e Francia. Nel periodo 2007 – 2014 è stato inoltre registrato in Italia un aumento del 3% della quota di cittadini stranieri sulla popolazione residente che corrisponde a due milioni di unità. Nel 2013 il flusso di immigrazione in Italia era dato per il 9,2% da rimpatri di cittadini espatriati, per il 25,2% da altri flussi all’interno dell’Unione Europea e per il 65,5% da flussi extra UE. Quest’ultimo dato è il più alto di tutti i paesi UE.

Ciò a testimonianza dell’importanza della popolazione straniera in Italia che costituisce l’8,1% della popolazione complessiva. Inoltre, in Italia gli stranieri compresi tra i 15 ei 34 anni nel 2014 si attestano al 34,3% contro il 21,3% degli italiani, evidenziando una popolazione giovane che rappresenta una risorsa potenziale per il nostro paese. Tuttavia sovente il dibattito pubblico si concentra unicamente sugli aspetti negativi legati a tale tematica che offre invece diversi spunti di riflessione.

Ad ogni modo, come già menzionato, non è solo l’Italia a fare i conti con tale fenomeno, che negli ultimi anni è diventato il principale argomento di discussione nei dibattiti dell’Unione Europea e mondiali. Proprio a partire da ieri è iniziato il Summit sulle Migrazioni ideato da Obama a cui prenderanno parte 150 capi di Stato, in occasione della 71esima assemblea generale delle Nazioni Unite, che vedrà nei prossimi giorni anche lo svolgimento del Vertice ONU sui rifugiati. All’apertura del Summit, il segretario generale dell’ONU Ban Ki-Moon ha affermato: “Migranti e rifugiati non sono un peso, ma un grande potenziale se solo venisse sbloccato”.

L’obiettivo rimane quello fissato e anelato dalle istituzioni internazionali fino ad oggi: la risoluzione della crisi prodotta dagli eccessivi flussi migratori sia regolari che clandestini dovuti a guerre e carestie e di fenomeni connessi a tale drammatica situazione quali terrorismo, sfruttamento, salvataggio dei profughi e adozione di misure comuni a tutti gli Stati riguardo la gestione dell’attraversamento delle frontiere. Tale strategia è volta al raggiungimento, entro il 2018, dei Global Compact sui Migranti e sui Rifugiati.

L’Unione Europea e i suoi Stati Membri arrivano al Summit sulle Migrazioni delle Nazioni Unite con uno stallo istituzionale riguardo tale tematica, che ha visto una perdita di potere decisionale e di azione da parte del Consiglio Europeo e della Commissione Europea, come confermato in un’intervista dal Vice Ministro degli Esteri Italiano con delega all’immigrazione. Tale situazione di frantumazione del potere decisionale europeo si è acuita soprattutto a seguito dell’insuccesso del Vertice di Bratislava, in cui, stando alle dichiarazioni del Premier Italiano Matteo Renzi si è volutamente evitato di parlare in modo approfondito di un argomento in programma come la questione immigrazione per nascondere e lasciare irrisolti i ben noti disaccordi a riguardo tra gli Stati Membri.

In tale occasione si è vista ancora una volta la mancanza di compattezza dell’Unione, con Polonia, Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca fautori di un piano personale che prevede la richiesta di più poteri decisionali ai singoli stati rispetto all’UE e l’indisponibilità a partecipare ad un eventuale proposta di quote obbligatorie nell’accoglienza dei rifugiati, sostenendo la solidarietà flessibile, ovvero il libero contributo degli Stati Membri al controllo dei flussi migratori secondo le proprie risorse. Tale piano rappresenta un passo in avanti accolto positivamente dalla cancelliera Angela Merkel, che tuttavia rischia per l’ennesima volta di non sfociare in un accordo comune.

Nonostante le note negative, il Vertice di Bratislava ha portato alla stesura di un documento comprensivo di tabella di marcia che mostra alcune misure concrete da attuare in materia di immigrazione. Tra queste l’attuazione della dichiarazione UE-Turchia per il supporto ai Paesi dei Balcani Occidentali, l’istituzione ufficiale e la piena operatività della guardia costiera e di frontiera europea entro la fine dell’anno, accordi con paesi terzi per la decrescita dell’immigrazione clandestina e per l’incremento dei tassi di rimpatrio e la prosecuzione dei lavori per raggiungere il pieno consenso degli Stati Membri dell’UE riguardo una politica migratoria comune.

FONTI articolo “LA SFIDA EUROPEA E GLOBALE IN TEMA DI IMMIGRAZIONE”:

- consilium.europa.eu
- vita.it
- eunews.it
- ansamed.info
- cliclavoro.gov.it

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Economia Circolare

ECONOMIA CIRCOLARE E RIFIUTI :

STRATEGIE E OBIETTIVI DELL’ UNIONE EUROPEA

Economia Circolare e Rifiuti

Autore : Matteo Aristei

Giugno 2019

Nell’ Unione europea si producono ogni anno più di 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti, per questo motivo l’ UE sta aggiornando la legislazione sulla gestione dei rifiuti . Ultimamente il cambiamento climatico e il riscaldamento globale stanno aumentando e l’ Europa necessita di pianificare delle strategia per salvaguardare il futuro della terra . L’ Unione Europea ha sviluppato vari piani e si è fissata vari obiettivi per combattere l’ inquinamento che sta danneggiando il nostro pianeta . Per questo l’ Europa ha puntato sullo sviluppo dell’ economia circolare .

L’ economia circolare è un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi . L’ economia circolare è un’ economia progettata per auto – rigenerarsi, in cui i materiali di origine biologica sono destinati ad essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici devono essere progettati per essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera . Tutto ciò implica quindi condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ri – condizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile . Con l’ economia circolare i consumatori potranno avere anche prodotti più durevoli e innovativi in grado di far risparmiare e migliorare la qualità della vita .

Ci sono 5 criteri fondamentali per la transizione verso un’ economia circolare :

1. Eco progettazione, progettare i prodotti pensando fin da subito al loro impiego a fine vita, quindi con caratteristiche che ne permetteranno lo smontaggio o la ristrutturazione ;
2. Versatilità, dare priorità alla modularità, versatilità e adattabilità del prodotto affinché il suo uso si possa adattare al cambiamento delle condizioni esterne ;
3. Energie rinnovabili, affidarsi ad energie prodotte da fonti rinnovabili favorendo il rapido abbandono del modello energetico fondato sulle fonti fossili ;
4. Approccio eco-sistemico, pensare in maniera olistica, avendo attenzione all’ intero sistema e considerando le relazioni causa – effetto tra le diverse componenti ;
5. Recupero di materiali, favorire la sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde provenienti da filiere di recupero che ne conservino le qualità .

Tutto ciò può portare numerosi vantaggi come la riduzione della pressione sull’ ambiente, più sicurezza circa la disponibilità di materie prime aumento della competitività, impulso all’ innovazione e alla crescita economica e anche un incremento dell’occupazione ( si stima che nell’ UE grazie all’ economia circolare ci saranno 580.000 nuovi posti di lavoro ).

Inoltre l’ UE intende ridurre le quantità dei rifiuti di plastica aumentando i tassi di riciclaggio e vietando l’ uso di certi prodotti in plastica monouso o contenenti micro-plastiche . I rifiuti producono effetti negativi sull’ ambiente, il clima, la salute dell’ uomo e l’ economia . Se non progettate correttamente, le discariche possono contaminare i terreni e le falde acquifere con le sostanze chimiche presenti nei rifiuti portando a conseguenze sulla salute di animali e persone . Uno degli obiettivi della strategia per contrastare i rifiuti di plastica è quello di rendere tutti gli imballaggi di plastica riutilizzabili o riciclabili entro il 2030 .

Gli eurodeputati hanno approvato una risoluzione non vincolante che impone un livello minimo di contenuto di plastica riciclata per alcuni prodotti di plastica e al contempo stabilisce degli standard qualitativi per la plastica riciclata . La strategia adottata dall’ UE comprende anche le plastiche monouso . A dicembre 2018 i legislatori europei, Parlamento e Consiglio, hanno approvato il divieto dell’uso di alcuni prodotti in plastica monouso, come posate, piatti e bastoncini per palloncini, e l’ obbligo per i produttori degli imballaggi di plastica di contribuire ai costi di raccolta dei rifiuti per tali prodotti .

Un altro problema è quello delle micro-plastiche : sono dei minuscoli pezzi di materiale plastico, solitamente inferiori ai 5 millimetri . Le micro-plastiche presenti in mare possono essere inghiottite dagli animali marini . Attraverso la catena alimentare, la plastica ingerita dai pesci può così arrivare direttamente nel nostro cibo .

Le micro-plastiche sono state trovate negli alimenti e nelle bevande, compresi birra, miele e acqua del rubinetto . Gli effetti sulla salute sono ancora ignoti, ma spesso la plastica contiene degli additivi, come agenti stabilizzatori o ignifughi, e altre possibili sostanze chimiche tossiche che possono essere dannosi per gli animali o gli umani che li ingeriscono . Per questo la Commissione Europea ha richiesto di introdurre in tutta Europa il divieto di aggiungere intenzionalmente micro-plastiche nei prodotti cosmetici e nei detergenti entro il 2020 e di muoversi a favore di misure che minimizzino il rilascio delle microplastiche dai tessuti, dagli pneumatici, dalle pitture e dai mozziconi di sigaretta .

FONTI ARTICOLO

http://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/priorities/economiacircolare/20181116STO19217/microplastiche-origini-effetti-e-soluzioni

http://www.economiacircolare.com/cose-leconomia-circolare/

https://it.wikipedia.org/wiki/Economia_circolare

Erasmus

ERASMUS

GENERAZIONE ERASMUS +

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Autore : Matteo Aristei

Giugno 2019

Erasmus + è il programma dell’ UE per l’ istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport in Europa . Con questo progetto milioni di europei hanno la possibilità di studiare, formarsi, acquisire esperienza e fare volontariato all’ estero . Il programma Erasmus + si propone di contribuire alla strategia Europa 2020 per la crescita, l’ occupazione, l’ equità sociale e l’ integrazione, nonché ai traguardi di ET2020, il quadro strategico dell’ UE per l’ istruzione e la formazione .

Il programma intende inoltre promuovere lo sviluppo sostenibile dei suoi partner nel campo dell’ istruzione superiore e contribuire al conseguimento degli obiettivi della strategia dell’ UE per la gioventù . La portata geografica del programma attualmente include 33 paesi ( tutti i 28 stati membri dell’ UE e la Turchia, la Macedonia, la Norvegia, l’ Islanda e il Liechtenstein ) oltre a collaborazioni con paesi partner in tutto il mondo .

Per quanto riguarda la question Brexit, il 19 marzo 2019 il Consiglio e il Parlamento hanno adottato un regolamento per evitare l’interruzione delle attività di mobilità del programma Erasmus + che prevedono la partecipazione del Regno Unito qualora il paese dovesse lasciare l’ UE senza un accordo .

Recentemente la Commissione Europea per l’ istruzione del Parlamento europeo ha suggerito nuove priorità per il prossimo programma Erasmus +

I deputati propongono di triplicare il budget per il periodo 2021 – 2027 . Incoraggiano, inoltre, la partecipazione delle persone che godono di meno opportunità : un supporto speciale dovrebbe includere corsi di lingua, sostegno burocratico o opportunità di formazione online . Viene anche introdotta la proposta di creare dei Centri di eccellenza professionale, ossia centri internazionali che forniscono formazione professionale dove le persone possano apprendere e sviluppare capacità utilizzabili in settori produttivi specifici . Infine, il programma prevede di assicurare più co – finanziamenti e sinergie con gli altri programmi europei .

Inoltre Il 28 marzo 2019 il Parlamento ha anche approvato le nuove priorità di un altro importante programma culturale dell’ UE, ossia Europa creativa . Si concentrerà sull’aumento del sostegno alla mobilità degli artisti, su un migliore uso delle tecnologie digitali e sulla distribuzione delle opere .

Più di 3 milioni di studenti hanno beneficiato dell’ Erasmus dal 1987, l’anno della sua nascita . L’ anno scorso è stato raggiunto un nuovo record : più di 250.000 studenti sono partiti ” in Erasmus ” per studiare o per una formazione all’estero .

L’Erasmus + prevede anche degli scambi per gli sportivi, delle iniziative contro il doping, la violenza, la discriminazione e l’ intolleranza . Gli studenti che vorranno frequentare un master in un altro Stato membro potranno anche richiedere un prestito a condizioni favorevoli . A seguito dei risultati delle negoziazioni con il Consiglio in giugno, la commissione alla Cultura e all’ educazione ha votato la proposta il 5 novembre, approvata in plenaria il 19 novembre .

L’ Erasmus + include l’ Erasmus, l’ Erasmus Mundus, i programmi Leonardo da Vinci, Comenius, Grundtvig e Youth in action e, per la prima volta, lo sport . Chiaramente ci saranno budget differenti per i differenti programmi .

L’ Erasmus + è un valore aggiunto europeo per le politiche regionali, nazionali e talvolta locali nel campo dell’istruzione e della gioventù .
Erasmus + sosterrà anche i nuovi partenariati tra istituti d’ insegnamento e imprese . Le “ alleanze della conoscenza ” e le ” alleanze delle abilità settoriali ” dovrebbe consentire la formazione in un ambiente di lavoro reale, nuovi approcci didattici e nuovi corsi su misura per il mondo del lavoro .

FONTI ARTICOLO

https://ec.europa.eu/programmes/erasmus-plus/about/brexit_it

https://it.wikipedia.org/wiki/Erasmus%2B

http://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/priorities/erasmus-o-come-studiare-in-europa/20190222STO28402/il-futuro-dell-erasmus-piu-opportunita

Cambiamento climatico

Cambiamento climatico

Cambiamento Climatico EU

COME L’ UNIONE EUROPEA STA AFFRONTANDO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Autore : Matteo Aristei
20 Giugno 2019

Nel corso degli anni, l’ UE ha sviluppato norme ambientali fra le più rigorose al mondo . La politica ambientale aiuta a proteggere il capitale naturale dell’ Europa, incoraggia le imprese a sviluppare un’economia ” verde ” e tutela la salute e il benessere dei cittadini europei .

La lotta al cambiamento climatico è molto importante per l’ Europa . La Commissione vuole ridurre la dipendenza dell’ UE dai combustibili fossili importati e aiutare le famiglie a produrre la propria energia . L’ Europa ha tre proposte che riguardano le rinnovabili, l’ efficienza energetica e un meccanismo di controllo .

La prospettiva di un’impennata dei prezzi dell’ energia e della crescente dipendenza dalle importazioni indebolisce l’ affidabilità dell’ approvvigionamento energetico e compromette l’ intera economia . Occorre prendere decisioni drastiche per ridurre le emissioni e mitigare i cambiamenti climatici . Nei prossimi anni saranno necessari enormi investimenti per preparare l’ infrastruttura energetica europea di oggi alle esigenze del futuro .

La politica dell’ UE in materia di energia e cambiamento climatico punta a un approvvigionamento energetico sicuro, garantito e sostenibile a prezzi accessibili . La strategia si fonda sugli obiettivi ” 20 – 20 – 20 ” che l’ UE si propone di realizzare in ambito europeo entro il 2020 :

- Il primo obiettivo è la riduzione del 20 % delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990
- Il 20% dell’ energia dovrebbe provenire da fonti rinnovabili
- Il terzo obiettivo è un miglioramento del 20 % delle prestazioni energetiche .

I leader europei hanno inoltre proposto di ridurre del 30 % le emissioni di gas serra dell’ UE se altri grandi produttori di emissioni, sia tra i paesi sviluppati che tra quelli in via di sviluppo, si impegnano a fare la loro parte .

L’ obiettivo a lungo termine per il cambiamento climatico è di ridurre le emissioni di gas serra dell’ 80 – 95 % rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050, assicurando al tempo stesso l’approvvigionamento e la competitività . È per questo che attualmente i leader dell’ UE stanno attuando un quadro strategico solido e prevedibile per la politica in materia di energia e clima, da estendere oltre il 2020 . Questo programma fornirà sicurezza agli investitori, promuoverà le tecnologie a basse emissioni di carbonio e favorirà l’occupazione nel settore energetico dell’ UE .

Il quadro in materia di energia e clima per il 2030 favorirà continui progressi verso un sistema energetico sicuro e concorrenziale . Questo programma per il cambiamento climatico vuole garantire a tutti energia a prezzi accessibili e migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico nell’ UE . Inoltre intende ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia e vuole creare nuove opportunità di crescita e posti di lavoro .

L’ efficienza energetica è un obiettivo centrale per il 2020 e rappresenta uno strumento chiave per conseguire gli obiettivi europei a lungo termine in materia di energia e clima . Una maggiore efficienza energetica è il modo economicamente più efficace per ridurre le emissioni, rendere più sicuro e competitivo l’approvvigionamento energetico e per contenere il costo dell’energia .

Per migliorare l’efficienza, l’ UE si concentra sui settori che offrono le migliori possibilità in termini di risparmio, vale a dire i trasporti pubblici e l’ edilizia . Inoltre, i contatori intelligenti e le etichette energetiche dell’ UE per gli elettrodomestici aiutano a consumare meno energia .
In più elettricità e gas sono trasportati in reti e condotte che spesso attraversano le frontiere nazionali .

Assicurare il libero scambio dell’ energia nell’ UE favorirà prezzi competitivi e più scelta per i consumatori . Inoltre sarà garantita una maggiore sicurezza dell’ approvvigionamento e un quadro di riferimento certo per chi investe in nuove tecnologie rinnovabili e infrastrutture .

Un mercato interno funzionante correttamente, dotato di infrastrutture di trasporto e di stoccaggio sufficienti, è la migliore garanzia della sicurezza dell’ approvvigionamento: spinta dai meccanismi del mercato, l’ energia affluirà dove ce n’è bisogno . L’ UE punta alla completa integrazione dei mercati nazionali dell’energia .
Inoltre senza una riconversione tecnologica, l’ UE non riuscirà a concretizzare le sue ambizioni a lungo termine di ridurre al minimo le emissioni di CO2 dei settori dell’elettricità e dei trasporti . Il piano strategico per le tecnologie energetiche disegna una strategia a medio termine per l’ insieme dei settori .

I progetti di sviluppo e dimostrativi per le principali tecnologie, come i biocarburanti di seconda generazione e le reti intelligenti, vanno accelerati . I ricercatori e le imprese dell’ UE dovrebbero intensificare gli sforzi per rimanere all’ avanguardia nel mercato internazionale delle tecnologie energetiche, che è in fortissima crescita, e rafforzare la cooperazione con paesi extra UE su tecnologie specifiche .

Con oltre 500 milioni di consumatori, il mercato energetico dell’ UE è il più grande mercato regionale al mondo e il principale importatore di energia . Molte delle sfide che l’ UE deve affrontare in particolare sul cambiamento climatico sono comuni alla maggior parte dei paesi e richiedono una collaborazione internazionale .

Bisogna ridurre i cambiamenti climatici, garantire a tutti l’accesso al petrolio e al gas, promuovere lo sviluppo tecnologico e incrementare l’efficienza energetica .

La politica energetica internazionale relativamente al cambiamento climatico deve perseguire gli obiettivi comuni della sicurezza dell’ approvvigionamento, della competitività e della sostenibilità . Se i rapporti con i paesi di produzione e transito rimangono fondamentali, stanno acquistando un’ importanza crescente le relazioni con i grandi consumatori di energia e, in particolare, con i paesi emergenti e in via di sviluppo .

Il sistema di scambio delle quote di emissione ( EU ETS ) è la colonna portante della strategia dell’ UE in materia di cambiamenti climatici . Contribuisce a ridurre le emissioni dell’ industria al minor costo possibile .
Questo sistema, inaugurato nel 2005, prevede di abbassare ogni anno il ” tetto ” per le emissioni prodotte dalle industrie che consumano molta energia, fra cui le centrali elettriche, la siderurgia e l’ industria del cemento . Le imprese devono restituire quote di emissione per ogni tonnellata di CO2 prodotta, hanno quindi un incentivo permanente a ridurre al minimo le emissioni . Alcuni settori ricevono gratuitamente un determinato quantitativo di quote, ma sempre più spesso le imprese le acquistano alle aste o sul mercato dell’anidride carbonica .

Se anche oggi stesso non venissero più prodotte emissioni di gas serra, quelle già presenti nell’ atmosfera continuerebbero a incidere sul clima per decenni . Non abbiamo scelta : dobbiamo adattarci ai cambiamenti climatici . Le azioni necessarie vanno da nuove norme in materia di edilizia per tenere conto delle future condizioni climatiche, alla costruzione di sistemi di difesa dalle inondazioni o alla messa a punto di colture resistenti alla siccità . La Commissione ha definito una strategia per promuovere e agevolare l’adattamento in tutta l’ UE .

FONTI ARTICOLO CAMBIAMENTO CLIMATICO :

https://www.consilium.europa.eu/it/policies/climate-change/

http://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/priorities/cambiamento-climatico/20180109STO91387/lotta-al-cambiamento-climatico-e-politiche-dell-ue-per-le-energie-pulite

https://it.wikipedia.org/wiki/Europa_2020

https://ec.europa.eu/clima/policies/ets_it

Ambiente EU strategie

AMBIENTE – L’ EUROPA E LE SUE STRATEGIE PER TUTELARE L’ AMBIENTE

EU ambiente e strategie

Autore : Matteo Aristei
4 Luglio 2019

In molti bar stanno prendendo piede iniziative ambientali riguardo le cannucce di plastica . Ebbene, ogni tanto arrivano dei genitori che chiedono, ad esempio, una cannuccia per il succo di frutta del loro figlio e purtroppo non possono averla . Questo perché appunto in molti bar adesso le cannucce sono bandite . Non si accettano più perché le cannucce sono uno degli oggetti di plastica più utilizzati ma che però, a causa delle loro piccole dimensioni, non sono riciclabili .

Questa campagna contro l’ utilizzo delle cannucce in realtà però non è nata in questi bar, la prima campagna anti cannuccia è stata lanciata nel Regno Unito con il titolo “ the last straw ”, l’ ultima cannuccia . E piano piano simili iniziative hanno iniziato a diffondersi un po’ dappertutto in Europa e molti pub che hanno aderito all’ iniziativa britannica ora si sono impegnati ad abbandonare le cannucce . Certo, non lo fanno subito, immediatamente, buttando via tutte le cannucce di plastica che avevano già nello stock perché altrimenti anche questo avrebbe un impatto ambientale . Quindi, come primo passo, hanno deciso di non inserire più automaticamente la cannuccia nelle bevande che servono ai clienti, perché in fondo un buon cocktail non dipende certo dalla cannuccia, ma dalla qualità degli ingredienti direi . Poi, una volta esaurite le scorte di magazzino, le cannucce di plastica saranno poi mano mano sostituite da altre cannucce di altro tipo ci sono d’esempio quelle in bioplastica, fabbricate a partire dall’ amido di mais, oppure esistono addirittura delle cannucce in acciaio che possono essere riutilizzate, lavate e riutilizzate . Sicuramente queste cannucce costano di più però è anche vero che mettendoli di meno si spende di meno perché si usano meno cannucce .

Dopo le cannucce poi seguono anche i piatti e bicchieri di plastica perché, in generale, le plastiche monouso, proprio come dice il termine, vengono utilizzate soltanto una volta per pochi minuti e poi gettate via . E poi però ci mettono centinaia di anni a biodegradarsi e spesso finiscono anche nel mare dove uccidono addirittura cetacei e tartarughe ed entrano anche nella nostra catena alimentare perché vengono assorbite anche dai pesci che ingeriscono . Infatti dal 2021 non si potranno più utilizzare nell’ Unione europea alcuni prodotti in plastica monouso come piatti, posate e cannucce. Il via libera a una politica plastic – free è stato dato da un voto a larghissima maggioranza nel Parlamento europeo alla nuova direttiva che impone anche altri obiettivi per il futuro .

Tra questi il raggiungimento entro il 2029 del 90 % di raccolta differenziata per quanto riguarda le bottiglie e nuove indicazioni sulla loro composizione : entro il 2025 dovranno essere realizzate con almeno il 25 % di contenuto riciclato, per raggiungere il 30 % cinque anni più tardi . Dal 2024 invece sarà poi introdotto l’ obbligo di avere il tappo attaccato alla bottiglia per evitare che questo si disperda con facilità . Come faremo ? Troveremo delle alternative, che già in effetti esistono . Altre se ne aggiungeranno : sono già allo studio nuovi materiali biodegradabili che un giorno entreranno nel nostro uso quotidiano proprio come è successo con la plastica .

Un altro problema è quello delle capsule del caffè : Il consumo di caffè in capsule sta progressivamente aumentando . Si parla di circa 10 miliardi di vendite all’ anno nel mondo . E non c’ è da stupirsi vista l’ elevata qualità raggiunta, le numerose miscele fra cui poter scegliere e la facile reperibilità che l’online ha donato ai suoi navigatori . Questo nuovo mercato ha generato però 120 mila tonnellate di rifiuti ( capsule di caffè ), e nell’ era del biologico, dell’ eco-sostenibile e del riciclo prima di tutto, questo è subito diventato un problema da risolvere con urgenza .

Le capsule di plastica sono sicuramente quelle più inquinanti e difficili da smaltire . Se in casa si ha questa tipologia, si sa che la parte che contiene il caffè è in plastica, ma la linguetta è in alluminio, quindi verrebbe normale di gettarle senza pensieri nei rifiuti indifferenziati, ma se si tiene all’ ambiente si dovrebbe far altro : togliere la linguetta e buttarla nell’ apposito contenitore per la raccolta dell’alluminio, sciacquare per bene la coppetta in plastica in modo che i residui di caffè al suo interno vengano eliminati e gettarla nel bidone della plastica .

Inoltre negli ultimi decenni c’è stato un incremento nell’ uso dei cellulari . Oggigiorno la gente cambia cellulare molto spesso, ma poi che fine fanno i cellulari vecchi ? che impatto hanno sull’ambiente ? Ebbene in uno studio sono stati esaminati 19 modelli di cellulari proprio dal punto di vista della possibilità di essere riciclati . Dai risultati dello studio è evidente che molte aziende del settore non considerano affatto la facilità del riciclaggio come una caratteristica importante dei loro prodotti . E questo è grave se si pensa che solo in Italia sono in Italia vengono venduti 17 milioni di telefonini ogni anno . E questo perché c’è una corsa sfrenata al modello più in voga del momento . E quindi tantissimi apparecchi, dopo una vita media di 18 mesi, diventano rifiuti difficilmente riciclabili . Per poter riciclare le varie parti del cellulare queste dovrebbero essere per prima cosa facilmente smontabili, cioè tenute insieme ad incastro e non per mezzo di colla o viti . Ma questo si verifica purtroppo solo nel 50% dei casi . Altre volte invece è la natura intrinseca dei materiali ad impedire che questi possano essere riciclati .

Altre volte ancora i colpevoli siamo noi che gestiamo il cellulare vecchio nella spazzatura anziché portarlo nelle piazzole ecologiche allestite dalle aziende di nettezza urbana oppure, quando è possibile, consegnarlo al negozio dove acquistiamo il nuovo cellulare .

Oltre al problema dello smaltimento dei telefonini veri e propri, c’ è poi anche il problema dello smaltimento dell’ imballaggio che, spesso, è decisamente a non basso impatto ambientale . Sarebbe davvero auspicabile che in futuro venissero utilizzate delle confezioni con materiale esclusivamente riciclabile .

Sempre nell’ interesse dell’ ambiente poi le aziende dovrebbero vendere separatamente gli accessori in maniera che si comprino solo quelli veramente necessari . E poi dovrebbero rendere gli accessori utilizzabili su tutti i modelli . È anche una buona idea quella che consente l’uso di due sim card contemporaneamente per evitare di comprare un secondo telefonino . Tantissime persone infatti possiedono due o tre telefonini per svariati motivi ; per poter ad esempio disporre di numeri diversi, magari uno privato uno per il lavoro, per usufruire delle migliori offerte dei vari gestori o anche per non correre il rischio di non poter essere rintracciati in caso di batteria scarica . Insomma c’ è davvero molto da fare per ridurre l’ impatto ambientale dei cellulari che sono ormai diventati dei beni di largo consumo .

Sensibilizzare i cittadini e incoraggiare anche loro spontaneamente a rifiutare la cannuccia è un altro compito molto importante perché questi piccoli cambiamenti in realtà possono fare già molto per ridurre la montagna di plastica che produciamo ogni giorno ed è importante che tutti facciano la loro parte .

FONTI ARTICOLO

https://www.lastampa.it/tuttogreen/2018/07/13/news/addio-a-piatti-posate-e-cannucce-di-plastica-1.34031484

https://www.lacucinaitaliana.it/news/in-primo-piano/come-riciclare-le-capsule-di-caffe

https://www.nonsprecare.it/alternative-cannucce-plastica

https://www.repubblica.it/ambiente/2018/04/20/news/riciclare_un_vecchio_cellulare_per_salvare_un_bambino_un_albero_o_uno_scimpanze_-194284037/

UE

UE UNIONE EUROPEA

UE

Autore : Matteo Aristei
11 Luglio 2019

L’ UNIONE EUROPEA

Cos ’ è e cosa fa l’ Unione Europea UE ? Ecco una panoramica molto generale per capire che cos’è l’ Unione europea, come ha avuto origine, quali sono i suoi obiettivi e le sue funzioni .

L’ Unione europea è un’ unione economica e politica, unica nel suo genere, tra 28 paesi che coprono buona parte del continente .
L’ UE è un’entità politica con dei confini ben definiti ; al contrario dell’ Europa geografica invece che per molti non è esattamente definita . Infatti, da un lato molte persone sostengono che l’ Europa geografica comprenda anche la Russia e si estenda addirittura al di là degli Urali . Dall’ altro lato invece, per molte altre persone, la Russia non è neppure compresa . L’ UE è composta da 28 paesi che sono in particolare : Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, i Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Ungheria .

Ci sono tuttavia altri paesi che hanno fatto domanda di accesso all’ UE e sono: l’ Albania la Macedonia, il Montenegro, la Serbia e la Turchia . L’ accessione di questi vari paesi è a vari stadi, nel senso che l’ UE sta negoziando l’ accessione, appunto all’ unione europea, con questi stati in maniera individuale .

Il predecessore dell’ UE, la Comunità economica europea ( CEE ), è stato creato all’ indomani della Seconda guerra mondiale con l’ obiettivo di promuovere innanzitutto la cooperazione economica partendo dal principio che il commercio produce interdipendenza tra i paesi che riduce i rischi di conflitti .

Nel 1958 è stata dunque creata la CEE, che ha intensificato la collaborazione economica tra sei paesi : Belgio, Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi .
Da allora, altri 22 membri hanno aderito formando un enorme mercato unico ( noto anche come ” mercato interno “) che continua a svilupparsi per realizzare appieno le sue potenzialità .
Quella che era nata come un’ unione puramente economica è diventata col tempo un’ organizzazione attiva in tutta una serie di settori che vanno dal clima all’ambiente, alla salute, alle relazioni esterne e alla sicurezza, alla giustizia e all’immigrazione . Per riflettere questo cambiamento, nel 1993 il nome di Comunità economica europea ( CEE ) è stato sostituito da Unione europea ( UE ).

Fattore di pace, stabilità e prosperità da oltre mezzo secolo, l’ UE ha contribuito ad innalzare il tenore di vita e introdotto una moneta unica europea : l’ euro . Oltre 340 milioni di cittadini dell’ UE in 19 paesi attualmente lo usano come valuta e ne traggono benefici .
Grazie all’ abolizione dei controlli alle frontiere tra i paesi membri, le persone possono ora circolare liberamente in quasi tutto il continente . È diventato inoltre molto più facile vivere, lavorare e viaggiare in un altro paese dell’ UE. Questo assicura a tutti i cittadini la certezza dei propri diritti e la libertà di scegliere in quale Stato membro lavorare, studiare o trascorrere gli anni della pensione . Ciascun paese membro, quanto al lavoro, alla sicurezza sociale e alle tasse, ha il dovere di trattare i cittadini dell’Unione in maniera identica ai propri cittadini .

Il principale motore economico dell’ UE è il mercato unico, che consente alla maggior parte delle merci, dei servizi, dei capitali e delle persone di circolare liberamente . L’ UE intende sviluppare questa immensa risorsa anche in altri campi, quali quelli dell’ energia, della conoscenza e dei mercati dei capitali, per consentire ai cittadini europei di beneficiarne pienamente .

L’ UE mantiene l’impegno a rendere le sue istituzioni più trasparenti e democratiche . Le decisioni sono prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini .
Il Parlamento europeo, eletto a suffragio universale diretto, dispone ora di maggiori poteri, mentre i parlamenti nazionali svolgono un ruolo più importante, affiancando le istituzioni europee nella loro attività .
L’ UE è governata dal principio della democrazia rappresentativa, in cui i cittadini sono rappresentati direttamente a livello dell’ Unione nel Parlamento europeo e gli Stati membri sono rappresentati nel Consiglio europeo e nel Consiglio dell’ UE .

I cittadini europei sono invitati a contribuire alla vita democratica dell’ Unione esprimendo le loro opinioni sulle politiche dell’ UE durante la loro elaborazione o a suggerire miglioramenti della normativa e delle politiche esistenti . L’ iniziativa dei cittadini europei consente ai cittadini di avere più voce in capitolo sulle politiche dell’ UE che incidono sulla loro vita. I cittadini possono inoltre presentare denunce e richieste di informazioni sull’ applicazione del diritto dell’ UE .

L’ Unione europea è il più grande blocco commerciale del mondo . È il primo esportatore al mondo di manufatti e servizi e il più grande mercato di importazione per oltre 100 paesi .
Il libero scambio fra gli Stati membri era uno dei principi fondanti dell’ Unione europea . Ciò è possibile grazie al mercato unico . Al di là delle sue frontiere, l’ UE si adopera anche per liberalizzare il commercio a livello mondiale .

L’ UE è impegnata ad aiutare le vittime di catastrofi naturali o provocate dall’ uomo in tutto il mondo e sostiene oltre 120 milioni di persone ogni anno . Insieme l’ UE e i suoi Stati membri rappresentano il primo donatore di aiuti umanitari del mondo .

L’ UE svolge un ruolo importante nella diplomazia e lavora a favore della stabilità, della sicurezza e della prosperità, della democrazia, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto a livello internazionale .

La moneta unica è un’altra caratteristica dell’ unione europea . Come sapete, l’euro è la moneta unica adottata dai paesi membri dell’unione europea . Ma non da tutti, in quanto i paesi che hanno adottato l’euro, la moneta unica, fanno parte dell’ eurozona e per entrare a far parte di questa eurozona, bisogna soddisfare dei requisiti fondamentali dal punto di vista economico, con parametri che hanno a che fare ad esempio con il livello d’ inflazione, di debiti e di deficit del governo .

Una grande questione nell’ Europa di oggi è il multilinguismo

Il multilinguismo è una strategia della Commissione Europea per promuovere una diffusione delle conoscenze linguistiche allo scopo di favorire l’integrazione dei cittadini europei . Inoltre, il multilinguismo è anche una condizione della società .
Quando si parla di multilinguismo in Europa, si parla ad esempio della possibilità di ricorrere ad una lingua unica . È un vecchio sogno della comunità, ma in realtà non è mai esistita . E non può esistere perché la lingua è un fenomeno naturale in continuo cambiamento .

Una delle possibilità per una lingua comune è quella della lingua artificiale . E in realtà, in passato, le lingue artificiali ebbero grande diffusione, in particolare all’inizio del ‘ 900, prima della prima guerra mondiale e anche successivamente .
A questo periodo appartiene anche l’ esperanto . L’ esperanto si proclama lingua neutra, artificiale e facile da imparare . E sicuramente è vero che è una lingua facile : contiene solo 16 regole e ha un sistema di produttività dei vocaboli, cioè dai vocaboli esistenti se ne possono produrre di nuovi. Dunque sì, effettivamente è una lingua facile da imparare . Però non è di certo una lingua neutra, come non lo è nessuna lingua al mondo . L’ esperanto appartiene infatti ad una cultura ben precisa : è stato inventato da un ebreo – polacco che viveva in Lituania e la sua grammatica è stata pubblicata per la prima volta in Russia . È dunque un miscuglio di lingue germaniche, latine e slave e pertanto, ripeto, non può essere considerato una lingua neutra . Oltre tutto, non potendo contare su una cultura vera e propria, una tradizione e dei testi non è mai stato adottato da popoli europei . È infatti difficile guidare una società, un popolo in una direzione, in un comportamento linguistico preciso senza che ciò diventi un’ imposizione .
La nostra Europa ha bisogno di parlare e di condividere delle lingue e quindi di promuovere una grande diffusione delle conoscenze linguistiche . Questo è per noi il multilinguismo .
Esistono chiaramente “ lingue internazionali ”, di grande diffusione, come l’ inglese . Ed è giusto utilizzarlo, perché utile e serve l’obiettivo dell’integrazione europea . Però l’ inglese da solo non basta . È necessario che si sviluppino conoscenze linguistiche differenti in base alle esigenze specifiche di ogni popolo, di ogni cittadino dell’ Unione . Ecco, questo è il multilinguismo che possiamo realizzare . Questo è un obiettivo raggiungibile e sensato a cui dovremmo puntare tutti .

Gli obiettivi dell’ UE sono:

● promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi cittadini
● offrire libertà, sicurezza e giustizia, senza frontiere interne
● favorire lo sviluppo sostenibile basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’ economia di mercato altamente competitiva, con la piena occupazione e il progresso sociale, e la protezione dell’ambiente
● lottare contro l’ esclusione sociale e la discriminazione
● promuovere il progresso scientifico e tecnologico
● rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale e la solidarietà tra gli Stati membri
● rispettare la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica
● istituire un’Unione economica e monetaria con l’ euro come moneta unica .

I valori dell’ UE sono condivisi dagli Stati membri in una società in cui prevalgono l’ inclusione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà e la non discriminazione . Questi valori sono parte integrante del nostro modo di vivere europeo :

● Dignità umana : la dignità umana è inviolabile . Deve essere rispettata e tutelata e costituisce la base stessa dei diritti fondamentali .
● Libertà : la libertà di movimento conferisce ai cittadini il diritto di circolare e soggiornare liberamente nell’ UE . Le libertà individuali, quali il rispetto della vita privata, la libertà di pensiero, di religione, di riunione, di espressione e di informazione, sono tutelate dalla Carta dei diritti fondamentali dell’ UE .
● Democrazia : il funzionamento dell’ UE si fonda sulla democrazia rappresentativa . Essere cittadino europeo significa anche godere di diritti politici . Ogni cittadino adulto dell’UE ha il diritto di eleggibilità e di voto alle elezioni del Parlamento europeo . I cittadini dell’ UE hanno il diritto di candidarsi e di votare nel loro paese di residenza o in quello di origine .
● Uguaglianza : l’ Uguaglianza significa riconoscere a tutti i cittadini gli stessi diritti davanti alla legge . Il principio della parità tra uomo e donna è alla base di tutte le politiche europee, ed è l’elemento su cui si fonda l’integrazione europea . Si applica in tutti i settori . Il principio della parità di retribuzione per lo stesso lavoro fu inscritto nel trattato del 1957 . Anche se le diseguaglianze persistono, l’ UE ha compiuto notevoli progressi .
● Stato di diritto : l’ UE si fonda sul principio dello Stato di diritto . Tutti i suoi poteri riposano cioè su trattati liberamente e democraticamente sottoscritti dai paesi membri . Il diritto e la giustizia sono tutelati da una magistratura indipendente . I paesi membri hanno conferito alla Corte di giustizia dell’ Unione europea la competenza di pronunciarsi in maniera definitiva e tutti devono rispettare le sentenze emesse .
● Diritti umani : la Carta dei diritti fondamentali dell’ Unione europea tutela i diritti umani, fra cui il diritto a non subire discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’ orientamento sessuale, il diritto alla protezione dei dati personali e il diritto di accesso alla giustizia .
Questi obiettivi e valori, che costituiscono le fondamenta dell’ UE, sono sanciti dal trattato di Lisbona e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea .

Nel 2012 l’ UE ha vinto il premio Nobel per la pace per aver contribuito alla pace, alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti umani in Europa .

I SIMBOLI DELL’UNIONE EUROPEA

Sicuramente quello che tutti conosciamo è la bandiera a sfondo blu con una bandiera con cerchio composto da 12 stelle che però non rappresentano i membri dell’ Unione che invece sono 28 . La bandiera rappresenta l’ unione, l’ identità in senso più ampio e vuole però comunque rappresentare anche la solidarietà e l’armonia che c’è fra i vari stati membri dell’ unione . Tale bandiera è stata adottata per la prima volta nel 1955 dal Consiglio d’ Europa che poi ha incoraggiato le altre istituzioni dell’Unione Europea prenderla come propria bandiera .
Infatti nel 1983 anche il Parlamento Europeo l’ ha assunta come proprio simbolo e poi nel 1985 essere scelta da tutti i leader dell’ Unione europea . Nonostante questo, attualmente, ogni istituzione ha il proprio emblema .

Un altro simbolo dell’ Unione Europea è l’ inno . L’ inno in questione è la nona sinfonia di Beethoven composta nel 1823 che vuole rappresentare la fratellanza che c’è tra tutta la razza umana. L’ inno alla gioia, questo è il nome della sinfonia, è stato prima preso come proprio simbolo nel 1972 sempre dal Consiglio d’ Europa e poi nel 1985 da tutti i leader dell’Unione europea . Tale composizione sta a simboleggiare la libertà, la pace e la solidarietà che vengono quindi celebrati come valori condivisi dagli Stati membri dell’ Unione europea .

Un ulteriore emblema è il motto che cita “ Uniti nella diversità ” che rappresenta come tutti gli Stati che fanno parte di tale istituzione si siano uniti per lavorare per garantire pace e prosperità .

Un ultimo simbolo di cui vorrei parlarvi è invece la festa dell’ Europa che coincide anche quindi con la giornata porte aperte dell’ Unione europea . Infatti il 9 maggio rappresenta una giornata di pace e di unità . Questa giornata è stata stabilita in seguito la dichiarazione Schuman che è stata così chiamata in seguito ad un discorso del primo ministro francese Robert Schuman nel 1950 a Parigi dove questi ha sostenuto che ci fosse il bisogno di un nuovo modo di cooperare a livello politico in Europa . Quindi questo politico ha visto la necessità di creare un organo europeo che unisse tutti gli Stati e infatti, in seguito al suo discorso, è stata proprio l’anno in cui l’ Unione Europea ha iniziato … ha mosso i suoi primi passi .
Per celebrare questo avvenimento ogni anno l’ Unione Europea apre le porte del Parlamento e di alcuni uffici locali che organizzano attività per far conoscere sempre di più ai cittadini dell’Unione Europea, degli stati membri dell’ Unione Europea questa istituzione e per celebrare insieme la creazione di tale Unione .

FONTI ARTICOLO

https://europa.eu/european-union/about-eu/eu-in-brief_it

https://europa.eu/european-union/index_it

https://it.wikipedia.org/wiki/Europa

Innovazioni e Ambiente

INNOVAZIONI E AMBIENTE

Innovazioni per ambiente e strategie

Matteo Aristei
11 Luglio 2019

INNOVAZIONI TECNOLOGICHE E INIZIATIVE PER PROTEGGERE L’ AMBIENTE E SVILUPPARE UN ECONOMIA PIÙ ’ VERDE

L’ ecologia e in generale, tutto quanto ciò che è legato all’ ambiente sta diventando, anche in Italia, un elemento essenziale nella vita dei cittadini . Naturalmente molte cose sono ancora da fare nel nostro Paese, per ora la situazione sta migliorando molto .

L’ argomento più importante oggi è invece che l’ ecologia è ormai vista anche come una strada per uscire dalla crisi da un gran numero di imprese che in vari settori dalla nautica ai pannelli fotovoltaici, dalla termodinamica alla plastica biodegradabile, stanno espandendosi a differenza delle imprese tradizionali che subiscono ancora gli effetti della grande crisi economica degli ultimi anni .

Stiamo assistendo infatti ad un piccolo boom di quella che è già stata battezzata economia verde la quale sta già oggigiorno creando circa 200000 posti di lavoro all’ anno, una cifra che corrisponde ormai al 20 % della domanda di lavoro in Italia e che pare sia l’ unica ancora in crescita . Circa il 30 % delle piccole e medie imprese manifatturiere investe ormai nella protezione dell’ ambiente . Questa cifra sfiora il 45 % nel caso si tratti di un’ impresa innovativa . Infatti le innovazioni tecnologiche legate ai temi ambientali stanno diventando un volano per spostarsi verso una produzione a valore aggiunto e per conquistare una clientela più esigente .

Con la svolta ecologica le innovazioni si aprono infatti mercati più redditizi capaci di intercettare una domanda sempre più diffusa all’ estero, ma ormai anche in Italia . Nel nostro paese infatti, in seguito ad un recente sondaggio, il 76 % della popolazione ha dichiarato che lo sviluppo di un’ economia verde sia fondamentale per far crescere l’ Italia e renderla più competitiva . Della popolazione oggetto del sondaggio, il 71 % ammesso che però il miglioramento della situazione ambientale riguarda soprattutto il comportamento dei cittadini e il loro coinvolgimento diretto .
È chiaro che solo se arriveremo al 100 % di tale cifra e se tutti passeranno completamente dalle parole ai fatti si potrà sperare di vivere in un ambiente sempre più pulito e di lasciare un futuro più sano e sicuro ai nostri figli .

Per esempio, uno dei più grandi problemi del mondo moderno è la scarsità d’ acqua .
Bisogna sottolineare, però, che quando si pensa al risparmio d’acqua non ci si può limitare solo all’ acqua che si consuma direttamente per bere o lavarsi . La maggior parte dell’ acqua che consumiamo la consumiamo indirettamente attraverso i prodotti che compriamo in particolare prodotti agricoli . Quasi il 60 % di acqua dolce che proviene da fiumi, laghi o altre fonti acquifere viene usata per l’irrigazione di tutti i campi .

Scienziati di tutto il mondo si stanno scervellando per creare colture che abbiano bisogno di meno acqua . Si sta optando per combinazioni di biotecnologie e metodi tradizionali di selezione varietale per il raggiungimento di questo obbiettivo . Negli stati uniti il dipartimento dell’ agricoltura ha creato una team speciale di scienziati e ricercatori che vengono da 5 grandi università per portare avanti un progetto su semi di soia . Metodi tradizionali non basati sull’ ingegneria genetica sono stati utilizzati per arrivare a selezionare una pianta capace di crescere bene in terreni aridi . Il progetto è stato avviato nel 1981 e le ricerche sono partite dalla Cina dove la soia è una coltura tradizionale . Negli USA invece questa coltura è conosciuta da poco tempo e per questo quasi tutte le varietà nei campi americani sono molto simili a livello genetico . Questo è negativo perché se si verifica un cambiamento climatico ove le colture sono suscettibili, tutta la produzione di un intera annata è in pericolo. In particolare uno dei rischi più concreti deriva da inaspettate siccità, sempre più probabili per via dei cambiamenti climatici .

Gli scienziati hanno studiato più di 1500 varietà di piante, soprattutto varietà asiatiche . L’obbiettivo era quello di trovare trovare qualcosa che avesse naturalmente le caratteristiche per superare senza alcun problema le lunghe estati secche tipiche di alcune zone del nord America . Solo 5 varietà hanno dimostrato di avere i numeri giusti . Ovviamente le condizioni non devono diventare troppo estreme altrimenti le piante muoiono . Per superare queste condizioni estreme sarebbe necessario ricorrere all’ ingegneria genetica e molte aziende lo stanno già facendo .

Tutte queste innovazioni e iniziative contribuiscono a potenziare un’economia più verde, che è sempre più fondamentale per combattere cambiamenti climatici e inquinamento e , certamente, per creare un futuro migliore .

FONTI ARTICOLO

https://slideplayer.it/slide/936474/

https://www.focus.it/ambiente/ecologia/2050-scarsita-dacqua-per-5-miliardi-di-persone

https://rivistaeco.it/lecologia-industriale-per-risolvere-il-conflitto-tra-industria-e-ambiente/

Africa Europa Alleanza

ALLEANZA AFRICA EUROPA

Alleanza Africa Europa

Autore : Matteo Aristei
19 Luglio 2019

La Commissione europea propone una nuova alleanza Africa Europa per gli investimenti sostenibili e l’ occupazione che punta a stimolare in modo sostanziale gli investimenti in Africa, creare posti di lavoro, potenziare gli scambi commerciali e investire nelle competenze e nell’ istruzione . I progetti odierni poggiano sugli impegni assunti nel corso del vertice Unione africana – Unione europea svoltosi al Abidjan nel novembre dello scorso anno, in occasione del quale i due continenti hanno deciso di rafforzare il loro partenariato . Esso indica le principali linee d’ azione a favore di un più solido programma economico per l’ UE e i suoi partner africani .

L’ Unione Europa, più della Cina e degli Usa oggi, commercia ed esporta in Africa : ad esempio, “ gli investimenti esteri in Africa sono il 40 % per l’ Europa, il 5 % per la Cina ”.
Inoltre, lanciata nel maggio 2018 dalla Commissione europea, la task force è stata istituita per dare pareri e consigli sul rafforzamento del partenariato Africa Europa per l’ alimentazione e l’ agricoltura . La Commissione europea assicurerà il seguito e l’ attuazione di diverse azioni raccomandate da questo gruppo di esperti per sostenere lo sviluppo del settore agroalimentare e dell’economia rurale dell’ Africa .
In questi quattro anni di lavoro della Commissione Juncker, una partnership di uguali con il continente più vicino all’ Europa, il cui sviluppo e sicurezza garantiscono anche quelli dell’ Europa si è sviluppata sostiene l’alto rappresentante Federica Mogherini in conferenza stampa Bruxelles, presentando la nuova “ Alleanza Africa Europa ” per gli investimenti sostenibili e il lavoro, a cui ha fatto riferimento nello Stato dell’ Unione il presidente Jean Claude Junker poco tempo prima . Dopo il piano di investimenti privati lanciati due anni fa, ora si lavora per consolidare, sviluppare e potenziare .

La Commissaria responsabile per il Commercio, Cecilia Malmström, dichiara: ” L’ entrata in vigore della zona continentale di libero scambio dimostra la determinazione dei nostri partner africani a favorire le opportunità commerciali nel continente . L’ UE e l’ Africa sono partner fondamentali per il commercio e gli investimenti . Questa tappa storica ci avvicina ulteriormente a una maggiore integrazione economica UE – Africa, un obiettivo chiave dell’alleanza Africa – Europa .”

Il Commissario responsabile per la Cooperazione internazionale e lo sviluppo, Neven Mimica, sostiene: ” Si tratta di un grande passo per l’integrazione economica dell’ Africa, del quale mi congratulo con i nostri partner africani . L’ UE sostiene la zona continentale di libero scambio fin dalla sua istituzione, sia sul piano politico che tecnico, e con risorse finanziarie che superano i 60 milioni di euro . Questo è un pilastro dell’ alleanza Africa Europa, poiché il commercio e mercati integrati in Africa favoriranno gli investimenti sostenibili e la creazione di posti di lavoro .”

Le priorità di questa nuova cooperazione saranno energie rinnovabili e trasporti, i giovani, miglioramento del clima degli investimenti per incentivare risorse locali, miglioramento delle relazioni commerciali intra – africane e con l’ Europa .

La proposta odierna dimostra l’ impegno a rafforzare il partenariato Africa – UE e delinea una serie di azioni chiave tra cui :

• investire nelle persone attraverso investimenti nelle competenze e nell’ istruzione, a livello internazionale e nazionale, per migliorare l’ occupazione e adeguare le competenze all’ offerta di lavoro, anche attraverso borse di studio e programmi di scambio, come per esempio nel quadro di Erasmus + ;

• promuovere gli investimenti strategici e potenziare il ruolo del settore privato, in modo specifico riducendo significativamente i rischi legati ai progetti di investimento attraverso la combinazione di prestiti e l’ offerta di garanzie e sovvenzioni ;

• rafforzare il background imprenditoriale e promuovere un clima più favorevole agli investimenti, soprattutto intensificando il dialogo con i partner africani e sostenendone le riforme nel settore ;

• sfruttare appieno il potenziale dell’ integrazione economica e degli scambi commerciali : sulla base dell’ attuazione della zona continentale di libero scambio per l’ Africa, la prospettiva a lungo termine è quella di concludere un vasto accordo intercontinentale di libero scambio tra l’ UE e l’ Africa . A tal fine, occorre sfruttare al massimo gli accordi di partenariato economico, gli accordi di libero scambio, comprese le zone di libero scambio globali e approfondite proposte ai paesi del Nord Africa, e altri regimi commerciali con l’ UE, quali elementi costitutivi della zona continentale di libero scambio per l’ Africa ;

• mobilitare un ingente pacchetto di risorse finanziarie, come dimostra in particolare la proposta per il prossimo quadro finanziario pluriennale dell’ UE sui finanziamenti esterni, in cui l’ Africa viene considerata una regione prioritaria .

La consultazione e il dialogo con i partner africani saranno organizzati nei prossimi mesi per definire le priorità e adottare ulteriori misure congiuntamente . L’ alleanza terrà conto della diversità del continente africano e delle specificità di ciascun paese, comprese le relazioni contrattuali dei paesi del Nord Africa nell’ambito dei rispettivi accordi di associazione e la loro esperienza in materia di cooperazione con l’ UE nel quadro della politica europea di vicinato .

FONTI ARTICOLI

https://www.agensir.it/quotidiano/2018/9/14/commissione-ue-nuova-alleanza-africa-europa-sul-modello-del-piano-juncker-di-investimenti/

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-18-5702_it.htm

Energia Rinnovabile

Energia Rinnovabile

energia rinnovabile

Autore : Matteo Aristei

3 Agosto 2019

Negli ultimi anni, molti paesi hanno deciso di rinnovare l’ approvvigionamento energetico . L’ obbiettivo è quello di diminuire l’ utilizzo di fonti non rinnovabili e inquinanti .
In futuro, infatti, l’ elettricità dovrebbe essere ricavata quanto più possibile dal vento, dal sole e dall’ acqua .

Per energia rinnovabile si intende risorse che sono a disposizione quasi all’ infinito, la cui estrazione non danneggia l’ ambiente e sono : sole, acqua, vento, energia geotermica e bioenergia .

Oltre alla salvaguardia dell’ ambiente ci si dovrebbe preoccupare anche dello sviluppo delle energie rinnovabili . Fino al 2020 la percentuale delle energie rinnovabili dovrebbe salire al 35 % del consumo di corrente .

L’ energia geotermica

La geotermia è un termine tecnico per la distribuzione di calore nella terra . Si parla appunto anche di calore terrestre . Più si va a fondo nella terra e più è caldo . Gli scienziati stimano che la temperatura al centro della terra va dai 4800 ai 7700 gradi Celsius . Il calore si ricava dalle pompe di calore vicino alla superficie della crosta terrestre .

Il calore all’ interno del nostro pianeta è a disposizione giorno e notte . Si può utilizzare sia per il riscaldamento che per la produzione di corrente . Se non ci fossero problemi con le tecniche di trivellazione , l’ energia geotermica potrebbe ricoprire l’ intero fabbisogno energetico di un paese .

Purtroppo però, in vari paesi , si deve trivellare centinaia o persino migliaia di metri in profondità per raggiungere un livello di temperatura sufficiente . I costi dell’ energia geotermica sono quindi molto alti . Inoltre, in alcuni luoghi ci sono problemi con le falde acquifere . Altri paesi sono, per ragioni geologiche, in una delle migliori posizioni, come ad esempio l’ Islanda che ricopre gran parte del suo fabbisogno energetico grazie al calore proveniente dall’ interno della terra .

L’ energia solare

Il sole è una fonte di energia gratuita e la luce del sole è disponibile quasi illimitatamente . I cosiddetti impianti fotovoltaici possono convertire i raggi solari direttamente in corrente elettrica . Quando la luce solare incontra una cellula fotovoltaica, può convertire la luce in energia . Spesso tali impianti vengono installati sui tetti delle case o nei campi . Con un piccolo impianto solare, proprietari di case private possono anche riscaldare la propria acqua corrente o gestire il proprio riscaldamento in modo autonomo .

Per mezzo di ciò, i proprietari di case sono più indipendenti dai prezzi dell’ energia elettrica ma ovviamente devono pagare le installazioni degli impianti . La produzione di corrente con gli impianti solari è più che altro adatta per le regioni in cui non c’è molto sole . La quantità di energia è indipendente dal numero delle ore di sole .

L’ energia eolica

Molta dell’energia che ci permette di vivere comodi non è infinita e si sta esaurendo . Inoltre, spesso, inquina tantissimo . Per questo servono le energie rinnovabili, ossia che non finiscono e non inquinano . Come quella eolica, creata dal vento .

Scopriamo insieme di cosa parliamo quando discutiamo di fonti rinnovabili, che cosa è l’ energia eolica e come si può sfruttare .

L’ energia eolica, come dice il nome stesso ( Eolo, il dio del vento ), è un tipo di energia ricavata dalla forza del vento, che viene convertita in forza – lavoro ( spesso sotto forma di elettricità ).

Fin dall’antichità lo spirare delle correnti è stato alleato degli uomini per spostarsi ( le vele gonfiate dal vento permettevano di navigare agevolmente ) o per muovere oggetti di produzione ( le pale girevoli dei mulini a vento, ad esempio, muovevano le macine per triturare il grano e farne farina ). Solo ai giorni nostri, però, si è pensato di usare la forza dell’ aria per produrre elettricità .

Tra l’ Ottocento e il Novecento, vari scienziati focalizzarono i loro studi sullo sfruttamento del vento a scopo energetico . Il risultato dei loro studi è che oggi, la maggior parte dell’ energia eolica viene prodotta da turbine e pale eoliche .

Come si converte la forza del vento in energia ?

L’energia elettrica si ricava da turbine che trasformano il movimento delle pale mosse dal vento in elettricità .

Come nelle girelle di carta, così il vento muove le grosse pale eoliche della turbina creando energia cinetica ( ossia l’ energia generata dal movimento di un corpo ).
Le pale sono collegate a un rotore, a sua volta collegato a un ” albero ” ( posto nel palo ), il quale invia l’ energia di rotazione al generatore elettrico posto alla base della struttura . Questo generatore utilizza alcuni magneti e le proprietà di induzione elettromagnetica per produrre una tensione elettrica ( cioè una differenza di carica elettrica ) e quindi energia elettrica .

Il vento fa funzionare le pale eoliche ed il vento viene convertito in corrente . Questo metodo funziona al meglio in zone ventose, quindi per esempio nel Mar del Nord o nel Mar Baltico . Inoltre, si installano enormi pale eoliche, non solo sulla terra ferma ma anche in mare . Si può produrre davvero molta energia in questo modo . Tuttavia uno svantaggio è che il vento non soffia costantemente e quindi non viene prodotta costante quantità di energia . L’ energia del vento è particolarmente pulita perché rilascia poca anidride carbonica .

La bioenergia

L’ energia che viene prodotta dalla biomassa si chiama bioenergia . Per biomassa si intende prodotti animali e vegetali che si possono utilizzare per la produzione di corrente . I materiali, ad esempio, sono scarti di legno che vengono compressi, così come il grano, biodiesel e biogas . La biomassa può essere solida, liquida o gassosa .

Il vantaggio è che la biomassa può essere versatile e può essere trasformata sia in corrente elettrica che in calore o in carburante . Lo svantaggio è che a differenza dell’ energia eolica e solare, nella combustione della biomassa viene rilasciata maggiore quantità di anidride carbonica .

L’ energia idroelettrica

Per produrre corrente dall’ acqua, si deve prima accumulare molta acqua nelle dighe . Dopo si può lasciare defluire l’ acqua, in modo da far funzionare ruote idrauliche e turbine in modo da produrre energia . L’ energia idroelettrica è utilizzata dall’ uomo per la produzione di energia da molto tempo . Prima le macchine nei mulini o segherie venivano fatte funzionare dall’ energia idrica, oggi si costruiscono diverse centrali idriche, che per esempio utilizzano la corrente di un fiume . Nelle dighe di sbarramento e nei laghi artificiali vengono immagazzinate grandi masse d’ acqua che contemporaneamente possono anche essere usate come acqua potabile . Tuttavia quando viene immagazzinata, il tenore di ossigeno nell’ acqua cala e attraverso la costruzione di grosse dighe di sbarramento la natura viene fortemente modificata .

FONTI ARTICOLO

https://it.wikipedia.org/wiki/Energie_rinnovabili
https://www.irenlucegas.it/risparmio-energetico/energie-rinnovabili
https://www.sorgenia.it/guida-energia/mercato-libero/le-fonti-energetiche-rinnovabili